Regime forfetario 2024: a cosa porre attenzione per stare nei limiti

Ad integrazione del nostro precedente articolo relativo ai chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate in merito al regime forfetario, ci soffermeremo di seguito su un ulteriore approfondimento sui requisiti di permanenza in tale regime fiscale anche per l’anno 2024. In particolare con la presente nota ci concentreremo sul requisito primario, ossia i ricavi.

La Circolare n. 32 del 5 dicembre 2023 conferma che, ai fini della verifica del limite, è necessario fare riferimento all’incassato (vedasi paragrafo 2.1 della Circolare).

A seguito delle modifiche al regime forfetario enunciate in premessa, dal 1° gennaio 2023 l’aver percepito ricavi o compensi per un importo superiore al limite di 85.000 euro, ma comunque inferiore al limite di 100.000 euro, non pregiudica la permanenza nel regime forfetario nell’anno in cui avviene il superamento (del limite di 85.000 euro), ma comporta la fuoriuscita dal regime medesimo dall’anno successivo, con conseguente applicazione del regime ordinario. Il superamento del limite di 100.000 euro, invece, comporta l’immediata cessazione del regime forfetario a partire dal momento stesso del superamento e, conseguentemente, la possibilità di rettificare – nella dichiarazione IVA relativa all’anno del superamento – l’imposta non detratta in costanza di regime forfetario, con le modalità di seguito descritte.

Quindi è necessario riferirsi all’incassato effettivo che l’Agenzia delle Entrate verifica, oltre che dalla dichiarazione del contribuente, dalle certificazioni riportate nel 770 dalla ditta mandante (si ricorda che la mandante deve rilasciare la certificazione CU, inviata anche telematicamente all’Agenzia delle Entrate, per tutti i compensi corrisposti all’Agente nell’annualità precedente, anche nel caso in cui non avesse applicato alcuna ritenuta in quanto Agente in regime forfettario).

Con riferimento al 2024, quindi, se da una parte dai ricavi fatturati bisogna dedurre quelli non incassati nell’anno, dall’altra ai ricavi fatturati nel 2023 bisognerà, però, aggiungere i ricavi fatturati negli esercizi precedenti incassati nel 2023. Pertanto:

+ ricavi 2022 incassati nel 2023
+ ricavi fatturati nel 2023
– Ricavi fatturati nel 2023 ma incassati nel 2024 ed oltre

La somma di tali addendi non deve superare 85 mila euro nel 2023 se l’agente vuole permanere nel forfettario anche nel 2024. Se dovesse superare tale importo, ma non i 100 mila euro, l’Agente dichiarerà il 2023 in regime forfettario ed il 2024 in regime ordinario/semplificato. Qualora, invece, la somma di cui sopra dovesse superare anche la soglia dei 100 mila euro nel 2023, già a partire da tale anno l’agente uscirebbe dal forfettario.

L’Agenzia delle Entrate incrocia tale dato dei ricavi percepiti con quanto la ditta mandante certificherà nelle CU.